da Libertà, 28/12/2013
«Paghiamo la luce e non prendiamo soldi dal Comune». Si difendono così i sinti del campo nomadi di Piacenza dopo il blitz di Forza Nuova. Alcuni militanti avevano infatti chiuso la via d’accesso al campo con un cartello recante la scritta “Occupazione di suolo pubblico. Acqua, luce e soldi sempre e gratis. Basta! L’Italia non ha bisogno dei Rom”. «Ci teniamo a smentire una volta per tutte le dicerie su di noi -dicono- nessuno ci garantisce un tot di euro al giorno. Noi lavoriamo recuperando il ferro da chi non lo usa più per poi rivenderlo. Questo è il nostro lavoro, noi vogliamo essere liberi e per questo ci accontentiamo di quello che riusciamo a guadagnare e stiamo sempre all’aria aperta».
I sinti svolgono poi alcuni lavori per il Comune di Piacenza: «Abbiamo ideato un progetto di carpooling per cui i bambini non vengono più portati a casa da scuola con il pulmino comunale, ma tramite l’organizzazione di alcune mamme che si turnano per andare a prendere i bambini a scuola e portarli a casa- hanno spiegato- Inoltre tramite la cooperativa sociale l’Arco, alcuni di noi, svolgono lavori di manutenzione all’interno del campo». Per i bambini è stato ritagliato. All’interno del campo, uno spazio dove poter fare i compiti e per tutta la comunità una cappella dove pregare. Il campo nomadi di Piacenza ha da poco compiuto 15 anni e necessita di alcuni “ritocchi”: «Se tutto andrà bene i lavori di ristrutturazione partiranno a metà gennaio- spiegano- Sono stati stanziati 88mila euro per realizzare delle piazzole per le roulotte, sistemare i bagni e mettere in sicurezza gli attacchi della luce. Speriamo che la situazione qui al campo migliori presto, quando piove l’acqua arriva dappertutto e per alcuni di noi i disagi sono grandi». I sinti del campo di Strada Torre della Razza tengono a precisare: «Noi non siamo rom, ma sinti. I rom sono nomadi che provengono principalmente dalla Romania o comunque dall’est Europa, mentre i sinti fanno parte di una tradizione nomade radicata in Italia fin dal 1400. Le persone che abitano al campo di Piacenza hanno tutte la cittadinanza italiana e i nostri figli frequentano la scuola». Nel campo vi sono circa 25 roulotte e quindi altrettante famiglie che assicurano di volersi impegnare per una integrazione sempre più seria con la città di Piacenza: «Ci piacerebbe organizzare un piccolo festival in cui raccontare la nostra cultura e incontrare i cittadini di Piacenza- hanno annunciato- Per il momento è solo un’idea, non vi è una data, ma sarebbe bello poterlo realizzare».
Nicoletta Novara
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